Nelle selvagge savane dei tuoi occhi,
la mia anima cammina da sola e spaventata,
dov'è la tua grotta accogliente oh Re Leone?
Dammi da bere dalle acque del tuo ruscello nascosto,
Ho sete, ho sonno e ho tanta paura!
Non vedi che soffro sui sentieri delle tue pericolose savane?!
Rivolgi i tuoi sensi verso di me,
vieni a trovarmi in questo paesaggio doloroso,
dove tutto sembra volermi divorare,
anche il sole diventa nemico a mezzogiorno,
e il vento si inchina a lui in obbedienza perché lo teme.
Le notti sono signore spaventose e misteriose,
che mi fanno i terribili incubi trovare.
Voglio il pane, voglio il vino e voglio il tuo abbraccio,
e nient'altro mi importa se non la mia vita accanto alla tua.
Nelle albe colorate e rinfrescanti,
centinaia di rondini passano davanti alla mia vista,
ma dove stanno andando le rondini?!
Da dove stanno volando tutti in questa immensità luccicante?!
Certamente cercano nuove terre e nuovi scenari,
PERCHÉ NESSUNO È FELICE DOVE NON PUÒ METTERE RADICI.
Svegliati oh Re Leone!
Svegliati da questo sonno di tale profusione!
Le bestie di questo paesaggio freddo e spaventoso
mi guardano ostinati come se io fossi un pane,
hanno fame e vogliono soddisfare i loro bisogno,
ma c'è una forza che mi trasporta e mi libera
di questa fame feroce che la vita li fa tutti sentire.
E nel contesto astratto delle mie ragioni,
sorgono tanti pensieri giganti in discussione,
decidono tra loro cosa fare della mia desolazione,
e me portano via dalle bocche divoratori di sogni.
Guarda verso di me con sensibilità, oh Re Leone!
Guarda nei miei occhi profondi e stanchi,
dentro di loro c'è la mappa che ci porterà in paradiso,
prendi la mappa senza indugio e lo leggi
affinché questo viaggio non si perda mai
nella vegetazione di qualche breve stagione.
Rozilda Euzebio Costa
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